La prima vera libera associazione di consumatori


ANTITRUST: MILIONI DI EURO IN SANZIONI AI TRUFFATORI DEL MERCATO LIBERO DELL'ENERGIA.

15.12.2015 18:35

Sanzioni per 6 milioni di euro, comminate dall'Antitrust a sette società di luce e gas.. I furfanti dell'energia avevano attivato forniture mai richieste.. Tra le prime, per gravità delle modalità adottate e conseguenti sanzioni ricevute, spicca Enel Energia, società appartenente al gruppo Enel e controllata dal medesimo gruppo, alla quale sono state comminate sanzioni per un importo di 2,15 milioni di euro. Segue Eni con sanzioni pari a 2,1 milioni di euro e Acea Energia per circa 600 mila euro. Ad Hera Comm 366 mila, Gdf Suez Energie 200 mila, Green Network 340 mila e Beetwin 320 mila euro.. 

 
 
È quanto ha espressamente annunciato la stessa Autorità dopo che nel corso del mese di novembre sono stati chiusi sette procedimenti di indagine sulle modalità di offerta e conclusione dei contratti a distanza di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero. 
 
A quanto pare, la truffa avveniva attraverso una rete di migliaia di agenti porta-a-porta che si presentavano presso le abitazioni degli utenti e mostrandosi operatori autorizzati delle società distributrici di energia, con tanto di cartellino di riconoscimento, chiedevano di visualizzare le bollette e proponevano offerte commerciali che però solo in apparenza erano vantaggiose.  Agli "agenti", peculiarmente reclutati nel mondo giovanile da "aziende"per lo più inesistenti e/o comunque difficilmente ricollegabili direttamente alle società distributrici di energia, venivano riconosciuti lauti compensi per ogni contratto che riuscivano a stipulare. Compensi "regolarmente retribuiti in nero". In questo modo migliaia di ragazzi, appena maggiorenni, provenienti da diverse località, venivano a conoscenza dell’opportunità lavorativa offerta attraverso inserzioni su vari siti internet, volantinaggio e pubblicità sui giornali, che proponevano loro prospettive sicure di lavoro nonché carriere da manager aziendali. Successivamente venivano contattati, sulla base di uno scarno curriculum, per un colloquio di lavoro durante il quale venivano proposte importanti opportunità. Opportunità «assolutamente illusorie» – commenta la Guardia di Finanza in una nota – unite però a sostanziosi compensi in cash che avevano un notevole impatto emotivo sui giovani reclutati soprattutto in tempi di crisi nel mondo del lavoro giovanile.
 
 

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Attraverso lo schermo giuridico del “contratto di collaborazione occasionale”, l’azienda, inoltre, evitava di assumere il personale in questione contravvenendo a tutti gli obblighi di legge in materia fiscale, previdenziale e assistenziale. 
 
Cifre che si avvicinavano anche ai 50 euro per ogni contratto firmato. Da qui l'accesa motivazione di questi giovani disperati nel promettere anche ciò che sarebbe stato poi impossibile mantenere. L'importante però era concludere il contratto. Il tutto chiaramente a scapito del consumatore che da quel momento in poi avrebbe pagato le spese del raggiro. 
 
 
Altro sistema adottato era quello delle offerte commerciali attraverso il canale telefonico teleselling, nel quale, attraverso call center spesso localizzati all'estero, venivano messi in contatto con gli utenti italiani. A quanto pare gli operatori di questi call center, con le medesime finalità truffaldine, promettevano sconti e promozioni che però non si evidenziavano mai nella fase della registrazione telefonica contrattuale che veniva letta molto velecemente e dove il consumatore doveva rispondere esclusivamente con dei "SI". Molto spesso il consumatore era tratto in inganno anche dai prefissi telefonici utilizzati, prefissi attinenti a province nazionali. Le chiamate invece partivano da call center prevalentemente dei balcani e poi, per mezzo di software appositi e di centraline, venivano deviate in tutta Italia creando l'illusione più rassicuarante nel consumatore che l'operatore stesse chiamando da Roma o Milano. 
 
Durante i procedimenti istruttori, avviati tra ottobre 2014 ed aprile 2015 e sulla base di numerose segnalazioni di singoli consumatori, associazioni di consumatori e imprese concorrenti, l'Autorità per l'energia elettrica (Aeegsi) ha reso un articolato parere, nell'ambito della collaborazione prevista dal Protocollo di Intesa tra le due Autorità. Le ispezioni presso le imprese si sono avvalse, inoltre, della collaborazione del Nucleo Speciale Antitrust 
della Guardia di Finanza.
 
Nel parere espresso dell'Antitrust si legge: "i 7 operatori hanno alterato considerevolmente la libertà di scelta dei consumatori, adottando procedure di contrattualizzazione in violazione del Codice del Consumo. Queste pratiche sfruttavano il contesto di asimmetria informativa in cui avvengono le scelte dei consumatori, a causa della complessità intrinseca delle offerte commerciali di energia elettrica e gas naturale nel mercato libero".
 
 
Una cosa è certa però, quelle sanzioni non risolveranno il problema di questi truffatori legalizzati del settore energia. In Italia non c'è un vero garantismo  a tutela dei consumatori e quei 6 milioni ce li vedremo molto probabilmente spalmati tra migliaia di nuove bollette che verranno emesse a carico dei consumatori domani. Tanto ormai l'abbiamo capito, dopo il sequestro degli ultimi 64 contatori di Enel Distribuzione a Milano, basta un click e le bollette lievitano inesorabilmente a danno di chiunque. Cosa è stato risolto quindi..? In concreto nulla, ma almeno ci è stata propinata l'ennesima illusione che qualcosa sia stato fatto. Le vessazioni e gli abusi ricevuti quotidianamente dai consumatori italiani continueranno, statene certi. 
 
 
 
 
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