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TORINO VIA CIGNA 58: CHIUSO IL LABORATORIO DEI CINESI, SI SAREBBERO POTUTE VERIFICARE LE STESSE CONDIZIONI DEL ROGO DI PRATO

21.02.2014 16:39

Nessun laboratorio dei cinesi viene trovato a norma ultimamente, un metodo con cui possiamo preventivamente farli chiudere e bloccare le loro attività. L'ultimo è stato trovato ieri in Via Cigna al numero 58 dove è partito senza indugi il sequestro preventivo. 

All'interno del laboratorio, sito al piano terra dello stabile, c'erano 29 postazioni di lavoro, contro le 4 che avrebbero dovuto esserci, un numero appena superiore al consentito come noterete. Inoltre problemi anche per l'impianto elettrico, non a norma e ad alto rischio di incendio. Si sarebbero facilmente potute verificare le medesime condizioni del rogo di Prato in cui hanno perso la vita parecchi lavoratori cinesi.

All'interno del laboratorio tessile, i militari e gli ispettori Spresal dell'Asl hanno identificato dieci cittadini cinesi, risultati per ora regolari sul territorio ma verranno condotte indagini sui documenti presentati. Si sono contate 27 postazioni di lavoro con macchine per cucire, più due per stirare. Il provvedimento è inizialmente scattato per la violazione del decreto 81/2008 sull'impianto elettrico. Questo, infatti, non presentava la certificazione di conformità obbligatoria oltre al palese incremento di un tipo di impianto molto fai da te in cui i fili scoperti erano considerati pericolosi per i lavoratori. 

Quanto alle postazioni di lavoro, ne sono state individuate più del consentito vista la superficie del locale che ne consentiva al massimo 4 e con sedute per i lavoratori non a norma. Infine problemi anche per l'uscita di sicurezza, per la quale veniva segnalata una porta che si apriva verso l'interno e non verso l'esterno con la dotazione di maniglione anti panico come invece avrebbe dovuto essere.

Su parere del pubblico ministero, il locale è stato sequestrato preventivamente in attesa dell'esecuzione dei lavori di messa in sicurezza. L'attività è stata dunque sospesa ai cinesi, ma al vaglio dei Carabinieri c'è ora la posizione del titolare del laboratorio tessile e all'attenzione della guardia di finanza i controlli sui documenti contabili che verificheranno la situazione amministrativa dell'attività. 

Dubitiamo fortemente che almeno in quel posto i cinesi possano riaprire. 



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