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SOLO NELLA CITTA' DI PRATO OLTRE 4 MILIARDI DI EVASIONE FISCALE, I CINESI NON VOGLIONO PAGARE LE TASSE NON C'E' VERSO !!!

12.11.2013 12:09
 
 
Il primo cittadino poi il Sig. Cenni sindaco di Prato desta qualche sospetto di compiacenza nei confronti dei cinesi. In qualità di maggiore azionista della Sasch una bella aziendetta che si è creato in CIna con oltre 60 dipendenti che tra l'altro nemmeno paga e che ha indotto allo sciopero. Ma sorvoliamo, affronteremo minuziosamente nel tempo l'argomento Cenni.
 
Il problema di oggi sono questi 287 imprenditori cinesi, che sinceramente nemmeno ci sentiamo di definire imprenditori. Questi solo solo volgari delinquenti e che come tale devono essere additati e giudicati. Non c'è cultura che tenga, non c'è etnia o discriminazione. La verità è che i cinesi ci fottono continuamente e noi italiani paghiamo il doppio al loro posto.. 
 
La procura di Firenze indaga su questi 287 imprenditori cinesi che dall'Italia hanno spedito diversi miliardi di euro a Pechino beffando il fisco.
 
All'appello mancano oltre 4 miliardi e badate che parliamo della sola città di Prato. 
 
E' questa la somma che manca nelle casse dell'erario secondo la procura di Firenze che indaga su una maxi evasione fiscale di diversi imprenditori cinesi che "lavorano" truffando nel nostro Paese.
 
Secondo la procura 4 miliardi negli ultimi 5 anni hanno seguito la via della seta fino ad arrivare in Cina. Ovviamente senza lasciare traccia in Italia. Per gli imprenditori cinesi di Prato e provincia l'accusa è di maxi-riciclaggio. Secondo la procura i soldi che mancano nelle casse dello Stato sarebbero stati guadagnati nel nostro Paese da imprenditori cinesi grazie allo sfruttamento di manodopera in nero, alla contraffazione di marchi italiani e soprattutto grazie all'evasione fiscale.
 
Del caso se n'è occupata Repubblica qualche giorno fa ricostruendo le transazioni che dall'Italia partivano per la Cina. Tutti piccoli versamenti da 1999 euro per evitare i controlli che automaticamente scattavano per transazioni dai 2000 euro in su. 
 
L'Imu cinese l'abbiamo chiamata così.
 
A vigilare su questo mare di denaro che viaggiava da ovest a est c'era anche la Banca d'Italia che ha ravvisato diversi flussi sospetti negli ultimi anni, soprattutto nel periodo che va dal 2006 al 2010 e anche costantemente nei giorni nostri. 
 
Da Prato sono partiti in un solo anno 430 milioni di euro dagli sportelli bancari. Gli indagati dalla procura di firenze sono 287, sono tutti e dico tutti imprenditori cinesi. 
 
Considerando tutto il denaro che dall'Italia è andato a finire nelle banche di Pechino, il conto presentato dalla procura di Firenze fa paura: 
 
4.501.198.227,58 miliardi di euro. 
 
Una somma che equivale al gettito dell'Imu sulla prima casa. In un momento in cui lo Stato ha difficoltà a trovare le risorse per mettere in moto la crescita e con fare invadente svuota le tasche degli italiani, 4 miliardi di euro recuperati dalla presunta evasione degli imprenditori cinesi di certo farebbero comodo. 
 
La lotta all'evasione va detto va fatta anche sul fronte interno. Ma considerando i bilanci perennemente in attivo delle aziende cinesi che operano sul nostro territorio, una maggiore attenzione su queste potrebbe arrestare l'illegale fuga di denaro che da Roma porta dritti dritti a Pechino. 
 
Se permettete quindi noi onesti contribuenti che togliamo il pane ai nostri figli per riuscire a pagare le tasse, 'Imu cinese non vorremmo più pagarla.
 
ECCO PERCHE' INVITIAMO TUTTI A NON VENDERE NULLA AI CINESI E A NON COMPRARE PIU' NULLA DAI CINESI.
 
CHI COMPRA DAL CINESE UCCIDE IL SUO PAESE
 
 
Liberazione italiana

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