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IN CINA DEL MAIALE NON SI BUTTA VIA NIENTE
15.11.2013 20:04
Il titolo è una voluta provocazione e l’immagine che vedete in foto è orrenda, ne siamo consapevoli, ma vuole esattamente scuotervi e far trasparire le mostruosità a cui quotidianamente sono costrette le donne e le bambine cinesi. Usate e sfruttate nel loro corpo come si fa con i maiali nei nostri allevamenti. Anche in Cina infatti non si butta via niente di chi è colpevole e ci auguriamo che questa frase basti a farvi capire senza entrare oltre nel dettaglio.
La politica di sterminio cinese del figlio unico provoca più violenza contro le donne e le bambine di ogni altra politica sulla terra, di ogni politica ufficiale nella storia mondiale”.
La politica del figlio unico, non è ne più ne meno che una “guerra cinese contro le donne e le bambine”. Donne e ragazze e bambine trattate ne più ne meno come animali.. Le donne brutalizzate, gli aborti forzati tra quelle che violano la legge del controllo delle nascite sono all’ordine del giorno nel Paese e sono talvolta effettuati anche fino ai nove mesi di gravidanza. Possono essere così violenti che “le donne muoiono insieme ai loro figli in procinto di nascere”. Ma questo non è un grosso problema in Cina, sia il corpo della madre che quello del feto verranno utilizzati in ogni sua parte, fino all’ultima sostanza. Non si butta via niente..!
Tuttavia la brutalità dell’aborto forzato non è l’unica violazione dei diritti umani conseguente all’infame “politica di pianificazione familiare”. Essa porta anche al cosiddetto “genericidio”, per la tradizionale preferenza cinese per i maschi, che lascia le femmine soggette all’aborto, all’abbandono e all’infanticidio. Esso porta anche alla schiavitù sessuale, all’abuso della violenza sessuale, per non parlare in termini di pedofilia e ogni depravazione possibile immaginabile che porta allo sfruttamento della donna in Cina.
Sebbene il collegamento non sia pienamente dimostrato, questa politica può anche essere la causa di un più elevato tasso di suicidio tra le donne in Cina (l’Organizzazione mondiale della sanità dice che il Paese ha il più alto tasso di suicidio femminile al mondo, con circa 500 donne cinesi che ogni giorno mettono fine alla propria vita). Non crediamo che questo sia slegato dall’aborto forzato, dalla sterilizzazione forzata e l’infanticidio o abuso di ogni tipo,
Né sono solo le donne e le bambine ad esserne vittima. Secondo numerose storie trapelate dalla Cina, da individui che rischiano la morte, il Governo applica anche una serie di metodi barbari sugli altri membri della famiglia per far rispettare questa politica. I metodi usati sono assolutamente terrificanti. Vorremmo a tal proposito ricordarvi un incidente documentato, avvenuto nel marzo di quest’anno. Gli agenti della pianificazione familiare sono andati a casa di un uomo per prelevare la sorella da sottoporre a sterilizzazione forzata. Poiché non si trovava in casa, hanno iniziato a picchiare suo padre. Quando lui ha cercato di difenderlo, uno degli agenti ha preso un lungo coltello e lo ha pugnalato due volte nel cuore uccidendolo. Questo come potremmo definirlo se non omicidio di un’innocente..?
Eppure, ad oggi l’omicida non è stato arrestato e nonostante i tentativi della famiglia di rendere nota la storia, i media si sono rifiutati di diffondere la notizia. La verità è che gli agenti della pianificazione familiare sono al di sopra della legge, possono fare qualunque cosa e farla franca ugualmente. Mantengono volutamente la popolazione continuamente in un clima di terrore.
Le statistiche riguardanti la politica cinese del figlio unico sono sconcertanti. Da che è stata avviata, nel 1979, le autorità si vantano di dire che sono state prevenute 400 milioni di nascite. Il Governo dice anche che sono circa 13 milioni gli aborti che vengono effettuati ogni anno. Questo ammonta a 1458 ogni 60 minuti che equivale ad un massacro di Piazza Tienanmen ogni ora.
Ciò che è paradossale è che la Cina ha istituito la politica del figlio unico per motivi economici,. Volevano ridurre il numero delle coppette di riso da riempire per risparmiare, ma ora sta diventando la condanna alla morte economica della Cina se non prenderanno presto ripari a questa follia compiuta.
Abbiamo dunque due ordini di motivi per questo. Il primo è la disparità di sesso, con 37 milioni di maschi in più che sta trainando il traffico di esseri umani e la schiavitù sessuale tra la Cina e i Paesi limitrofi. Il secondo è che la Cina avrà presto una popolazione anziana senza giovani che la possa sostenere. Una sorta di “tsunami di anziani”, che colpirà il Paese intorno al 2030 condannandoli al fallimento totale.
I cinesi non hanno previdenza sociale e per quanto ne so non hanno un piano efficace su come prendersi cura di questa enorme popolazione di anziani che si sta formando. Per questo motivo la Cina è preoccupata “per l’inizio della vita e per la fine della vita”. L’unico pensiero possibile che ne deriva, vista la condotta in questi ultimi decenni potrebbe essere solo di un tipo. Se la Cina è stata disposta a forzare l’aborto “all’inizio della vita”, quasi sicuramente vorranno altrettanto forzare “la fine della vita” quando si troveranno di fronte lo tsunami di anziani?”. Teniamo presente che i cinesi hanno una cultura del rispetto degli anziani, ma vedrete che il concetto di eutanasia guadagnerà terreno quando le conseguenze demografiche della politica saranno pienamente realizzate. Un gesto d’amore del governo cinese per ringraziare un anziano stanco per aver servito l’economia del paese. Il partito sarà riconoscente, lo riterrà meritevole di un’onorevole riposo assolutamente indolore, magari con le spese a carico dei famigliari. Risparmiare è sempre importante. Se prima volevano risparmiare sulle ciotoline di riso, ora non possono di certo sperperare soldi in casse da morto.
Chiaramente, e crediamo ne siano consapevoli anche loro, la politica del figlio unico non ha più alcun senso. Ma allora perché mantenerla..? Noi crediamo che il motivo non sia tanto perché è una forma di controllo demografico, ma perché è una forma di controllo sociale. Anzi ne siamo proprio convinti se avete seguito altri nostri ragionamenti in merito.
Le autorità cinesi hanno detto che la politica rimarrà inalterata fino alla fine del 2015, anche se ha recentemente fatto intendere di voler forse concedere una politica dei due figli.. Tuttavia, secondo questa non sarebbe in grado prevenire gli aborti forzati, le sterilizzazioni o gli infanticidi.. Né sarebbe in grado di migliorare il trend demografico della nazione. Una politica dei due figli è già in atto nelle zone rurali e tra le minoranze, nel caso in cui il primo figlio sia femmina, ma ha fatto ben poco per ridurre la diffusa pratica di abortire le femmine, in un Paese con una pesante preferenza maschile ormai inculcata tra il popolo.
Nonostante le diffuse violenze e il trauma inflitti dalle autorità, i governi occidentali hanno fatto poco per ottenere un cambiamento da parte della Cina. Sono stati molto deludenti e deboli in ogni dialogo. Questa a nostro avviso dovrebbe essere la questione principale degli attivisti dei diritti umani, in ragione delle dimensioni della Cina.. Un essere umano ogni cinque vive sotto la terrificante morsa della politica cinese del figlio unico. E non sono solo le donne ma anche gli uomini.
“Nasce spontanea una domanda a questo punto..!”
La gente dice: perché la donna non cerca di scappare per avere il bambino..? Non può scappare, perché se la prenderebbero con il padre, il fratello, il marito. L’unica soluzione è “emigrare” o meglio fuggire prima di concepire e cercare di fuggire prima che qualcuno sappia qualcosa in modo da riuscire a concepire in un altro paese. Di certo non si può correre il rischio.
“Azioni politiche intraprese..?”
L’ex Segretario di Stato USA, Hillary Clinton, si era espressa “con forza” contro l’aborto forzato in Cina e la Casa Bianca l’aveva invitata a riferire sulla questione ascoltandola con attenzione. Tuttavia questa linea non si è ancora “tradotta in un’azione concreta”..
E allora vi diciamo noi la verità, la solita verità di sempre quando si parla di Cina. I governi non vogliono battere questo punto, cercando di sviare ogni discorso, perché la Cina regolarmente vanta grandi crediti finanziari nei loro confronti, come ne vanta nei confronti dell’Italia, il nostro paese..
Inoltre, sia gli Stati Uniti che le Nazioni Unite contribuiscono a finanziare quella politica attraverso l’UNFPA (United Nations Family Planning Fund), oltre all’IPPF (International Planned Parenthood Federation), e a Marie Stopes International. A suo avviso, queste organizzazioni sono “fornitori di aborto” in Cina. Inoltre, sebbene nel 2001 gli Stati Uniti abbiano ridotto i finanziamenti all’UNFPA, perché era stata scoperta la sua complicità con la politica del figlio unico, il Dipartimento di Stato li ha ristabiliti nel 2009 e continuano ancora oggi.
Tuttavia, negli Stati Uniti sta crescendo il sostegno all'abolizione dei finanziamenti USA. In questo senso, la rappresentante Renee Ellmers ha proposto una normativa che taglierà i finanziamenti all’UNFPA, con un risparmio di 400 milioni di dollari nei prossimi 10 anni. Il disegno di legge deve ancora essere approvato in commissione per poi passare all’Assemblea, quindi c’è ancora tempo per gli elettori per fare pressione sui loro parlamentari.
Dal punto di vista positivo, questa orribile politica ha inavvertitamente unificato non solo gli abortisti pro-choice e gli attivisti pro-vita nell’opposizione all’aborto forzato, ma ha anche ravvicinato le religioni. Vorremmo evidenziare che nessuno tra cristiani, ebrei, musulmani o buddisti sostiene l’aborto, il che significa che “i credenti di queste religioni che sono costretti ad abortire lo vedono come una forma di persecuzione religiosa”.
Raffaele Molinari per il gruppo di Liberazione italiana
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